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Testo Numero 1
L’uomo è un animale onnivoro, cioè può mangiare cibo di tutti i tipi, proveniente sia dalle piante che dagli animali.
Molti altri animali, invece, si nutrono solo di vegetali o solo di carne.
Quelli che si cibano di piante si chiamano erbivori, quelli che si nutrono di carne si chiamano carnivori.
L’erba è un cibo poco nutriente. Per questo gli animali erbivori devono consumare tutti i giorni una grande quantità di erba, che masticano a lungo con i grandi denti piatti.
I carnivori, invece, hanno denti appuntiti e affilati che servono a strappare la carne e a rompere le ossa.

Testo Numero 2

Vuoi fare le bolle di sapone? Segui queste istruzioni.
Grattugia un pezzo di sapone di Marsiglia.
Prendi un’insalatiera abbastanza grande e versa nell’insalatiera quattro grandi bicchieri di acqua calda.
Aggiungi quattro cucchiai di sapone grattugiato e mescola bene.
Metti la tua insalatiera dentro un mobile. Dopo due giorni aggiungi un cucchiaio grande di zucchero e mescola bene.
Prendi una cannuccia da bibita, aspira un po’ di liquido (stai attento a non farlo entrare in bocca!), alza delicatamente la cannuccia e poi soffia piano piano. Ecco le tue bolle!

Testo Numero 3

Giovanni esce di casa e per il primo tratto di strada fa bene attenzione, ma poi si incanta a guardare le vetrine, le macchine, le nuvole, e cominciano i guai.
Un signore gli dice: – Che distratto! Hai perso una mano! Giovanni cerca la mano, ma si ferma a guardare un cane e intanto perde tutto il braccio.
Una donna lo chiama: – Giovanni, il tuo braccio! Ma lui non sente.
Così la signora porta il braccio a casa dalla mamma.
Dopo un po’ arriva a casa un’altra donna con l’altro braccio, poi arriva una vecchietta, poi il fornaio, poi un vigile e tutti portano un pezzetto di Giovanni.
Finalmente arriva Giovanni, saltellando su una gamba sola. Non ha più orecchie, non ha più braccia, ma è allegro come un passero. La sua mamma scuote la testa, lo rimette a posto e gli dà un bacio.

Testo Numero 4

Prisca aspettava nel salotto la sua nuova professoressa di matematica. La porta si aprì ed entrò la signorina Múndula: era giovane e bellissima!
Era alta, snella, elegante, anche se indossava un golf da casa e una gonna assolutamente comune.
Aveva la carnagione bianchissima e i capelli rosso fiamma, ondulati. I capelli erano fermati con un pettinino sulla tempia destra e sciolti sulle spalle.
Gli occhi erano un po’ vicini e avevano un’aria spiritosa. Erano castano dorato, trasparenti come quelli delle bambole. Quando sorrideva, due fossette si formavano sulle sue guance. Sembrava tutto, tranne che una professoressa di matematica.

Testo Numero 5

Mi chiamo Cecilia e ho dieci anni. Ho una grandissima voglia di parlare di me e del mio problema: il mio problema è mia sorella Melania.
Io sono la sorella minore e Melania mi ricorda sempre che per tutta la vita avrà sette anni più di me.
Quando lei si chiude in camera con le sue amiche, io non posso entrare. Quando invece io gioco con le mie amiche, lei arriva e inizia a comandare.
A volte penso di vendicarmi di tutte le sue prepotenze, ma poi mia sorella fa qualcosa di carino e così facciamo la pace.
Ci sono momenti in cui io e Melania sappiamo andare d’accordo. Quando il papà e la mamma ci sgridano, ci difendiamo sempre l’una con l’altra.
Per me è bellissimo sapere che posso sempre contare sul suo aiuto.

Testo Numero 6

L’azzurro infinito del giorno
è come una seta ben tesa
ma sulla serena distesa
la luna già pensa al ritorno.

Lo stagno risplende. Si tace
la rana. Ma guizza un bagliore
d’acceso smeraldo, di brace
azzurra: il martin pescatore...

e non sono triste. Ma sono
stupito se guardo il giardino...
stupito di che? Non mi sono
sentito mai tanto bambino.